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Prima prova campionato italiano UISP,30 marzo 2014 Romano Canavese (TO)

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2014 08:23
31/03/2014 02:21
 
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Che giornata…

dopo quasi un anno dalla nostra ultima scampagnata in quel di Romano Canavese ci torniamo carichi di entusiasmo, consci dai lavori che nel frattempo sono stati fatti, ma mai e poi mai ci saremmo aspettati una metamorfosi tale.
Oltre al nuovo disegno della pista (ora più veloce, tecnica, varia, e adatta a gare e sorpassi), sono spuntate cordonature, muri di gomme supplementari, reti, e soprattutto una carreggiata dilatata al massimo consentito dallo spazio a disposizione.
Senza dimenticare un eccellente dispiegamento di mezzi pesanti per la pronta riparazione in tempo reale dei danni più invasivi sul tracciato (che comunque ha retto benissimo).
Ma la ciliegina è stata salire sul terrapieno/tribuna e alla domanda ‘ma la partenza?’ sentirsi rispondere: ‘è dietro di te’.
Da una parte la partenza, dall’altra il rettilineo del traguardo. Eccezionale!!

Fin da subito voglio fare complimenti sinceri e smisurati a Casta (finalmente il fatidico incontro) e TUTTI i ragazzi dello staff di Romano Canavese, lavoro di altissimo livello, e sicuramente con le indicazioni raccolte durante il week end, non si potrà che migliorare ulteriormente.

Ottimo numero di iscritti, ma come quasi ogni anno alla gara inaugurale, l’inverno di lavoro ha preteso un dazio, cioè una massiccia moria di mezzi. Nonostante ciò le manche e le finali hanno proposto lotte estremamente interessanti, e a proposito di ciò, altro ringraziamento grosso per essere riusciti ad avere Ostorero a commentarle.

Per le 2CV è stata una domenica ferroviaria, nel senso che dai tempi in qualifica, fino alla finale, passando per le due manche hanno viaggiato come i vagoni di un treno, con Marchini P. a fare da locomotiva, tallonato da Marchini F. soprattutto in finale, che per i primi giri è stata una lotta di nervi poiché tutti concorrenti hanno guidato senza la minima sbavatura; dietro alla coppia di Marchini in testa, c’è sempre stata un’altra coppia, cioè quella delle 2cv fuxia dei Cortellazzo, che però hanno regalato un colpo di scena proprio alla penultima curva dell’ultimo giro, col dritto di Daniele che lascia quindi l’ultimo gradino del podio a Moreno.
Il terzo Polverino invece si sono spartiti e battagliati tutto il giorno per le ultime tre posizioni.

Cat. A tutta made in Italy, poiché composta dalle due A112 di Arnaldini e Bianchi, la Uno di Jabczynski e la X1/9 di Bertè.
La prima manche è stata strepitosa, con tutti e quattro i concorrenti in lotta, grazie anche all’errore iniziale di Bertè e soprattutto ad una esaltante rimonta di Bianchi, che però proprio dopo pochi metri dalla bandiera a scacchi di manche.
La seconda manche e soprattutto la finale han visto la sempre maggiore confidenza di Bertè col tracciato, mentre Arnaldini si è sempre più disunito tanto da staccarsi decisamente anche dall’arrembante Jabczynski.
Dunque vince Bertè su Jabczynski e Arnaldini.

La Cat. B si presenta come la più incerta e spettacolare di giornata, e fortunatamente tutti e cinque i piloti iscritti sono riusciti i semafori della finale.
Intanto subito intrigante la sfida tra alcuni dei mostri sacri di categoria come Bandini, Castaldo e Castelli, con quello che al momento è il dominatore delle S1600 csai, ovvero Cerri, così come sempre scoppiettante si preannuncia la presenza di Catania, e anche dello svizzero Suter, che ormai in Italia conosciamo bene.
La prima manche è forse il punto più alto della giornata, con Bandini, Castaldo e Suter autori di una lotta eccezionale a suon di sorpassi, contro sorpassi e staccate al limite, con Cerri a tratti apparso in grado potersi inserire, ma mai abbastanza da poter passare ai fatti.
Stesso copione in seconda manche, combattuta e leale ancora una volta coi tre di prima a giocarsi le prime tre posizioni.
Ben più lineare la finale, con Suter subito a fare la lepre e Castaldo francobollato, e spesso a un passo dal sorpasso che però non avviene, anche e soprattutto per il problema al cambio.
Vittoria quindi per Suter, in volata su Castaldo e terzo Bandini, costante, ma meno pericoloso di quanto mostrato durante le manche, all’opposto di Catania che dopo due manche opache riesce a fare un salto di qualità decisivo in finale, tanto da chiudere quarto, davanti a Castelli, mentre Cerri si ritira a metà gara.

Cat. C dominata senza mezzi termini da quel fenomeno di Marco Noris, un artista all’opera quando pennella le traiettoria della pista, alla guida di un Mitsu finalmente affidabile, dal ruggito cattivo e regolare come non lo si sentiva da anni ormai.
Altro Mitsu interessante è l’ex di Ottoboni, ora nelle mani di Matteo Venturi, una delle più sorprendenti novità autocross degli ultimi due anni; il mezzo c’è, è solo da svezzare a trovare l’adeguato feeling.
Grintoso come sempre il Baffo Morganti e la sua gloriosa Delta, mentre qualche problema di troppo, risolto però in finale, per Colla, tornato alla guida del Clio.
La finale, orfana di Venturi, ha visto il dominio incontrastato di Noris, punito con 10 secondi per una partenza falsa, penalità comunque riassorbita nell’arco di due giri, nonostante il buon ritmo tenuto da Morganti, con Colla più distante.
La bandiera a scacchi sancisce la vittoria schiacciante di Noris su Morganti e Colla, ma lo stesso Noris viene punito con la squalifica per aver effettuato un 360° pochi metri dopo il traguardo.
In Cat.D e D2 c’era molta attesa per vedere a confronto alcuni dei migliori mezzi/piloti junior del Campionato Italiano, e le rigenerate Monotipo.
Purtroppo le defezioni degli ultimi giorni hanno un po’ vanificato questa speranza, la Giacomini in pista ha assicurato spettacolo e prestazioni insostenibili per tutti gli altri di categoria; per sua sfortuna un problema in seconda manche lo estromette dalla gara, che va invece all’unica Monotipo (tradizionale) presente alla manifestazione, e cioè a quella di Vaio, vincitore a mani basse su Toninelli.
Forfait immediato invece per Croci, sul proto Susan ex Tagliaferri, col motore in affanno già durante le qualifiche.

D4 ed E giustamente accorpate, hanno offerto un spettacolo a livelli impressionati.
Lonardi è il solito drago, sfodera la solita guida funambolica, assecondata alla perfezione dall’ampiezza del tracciato; ed infatti il best lap di giornata è proprio suo, intorno ai 43 secondi.
Sua anche la prima manche, approfittando anche di un black out di Gallotta a seguito di una tempesta di terra lanciata proprio da Lonardi alla prima curva.
Per Gallotta grossi problemi di guidabilità durante le qualifiche e la prima manche, problemi risolti in seconda manche, e infatti vittoria e ritmo mostruoso.
Ottime anche le crono e manche di Chiavenuto, mentre purtroppo per lui tra manche due e finale le cose sono girate nel verso del ritiro.
Manche da dimenticare invece per Beani, che si ritrova nella prima contro un totem di gomme a seguito di una lotta pancia contro pancia Gallotta, poi fa tutto da solo in manche due, quando all’ultima curva dell’ultimo giro si mette su due ruote, ribaltandosi a bassissima velocità, proprio mentre era impegnato a tenersi alle spalle Bizzotto e Lonardi.
Finale che si preannuncia da urlo vista la prima fila Gallotta-Lonardi, e così è, se non ché Gallotta accusi il suo solito problema da finale che lo costringe la ritiro, spalancando così per Lonardi le porte della vittoria, nonostante lo stallonamento della posteriore sinistra.
Secondo, tutto cuore, Beani, efficacissimo nel tamponare per cinque giri i continui attacchi di Bizzotto.
Vedere sfrecciare i superbuggy a 2 metri di distanza, è impressionante, anche per chi segue autocross da tutta la vita.

La Sport promette scintille dopo il turno di qualifica, in cui Negri riesce anche a mettersi la propria stupenda C2 per cappello (senza conseguenze); ma purtroppo già a dopo pochi giri della prima manche la categoria riduce drasticamente, con la resa dello stesso Negri, Anselmi, Valazza.
Ottime prestazioni per Moretti, Bada e soprattutto Bertè, decisamente il più accreditato alla vittoria in base a quanto mostrato in pista; buonissimo e degno di nota anche la prestazione di Tosi, che però deve arrendersi anch’esso a metà della seconda manche, parcheggiando la propria X1/9 a pochi metri da quella di Bertè, anch’esso ritirato e apparentemente irrecuperabile per la finale.
Così non è, Bertè recupera e si unisce allo schieramento dietro a Bada e Morette.
Dopo pochi metri la sfortuna colpisce ancora, questa volta Moretti, riservando a Bada e Bertè le sorti della gara. E i due non deludono!
Tra i due si scatena un duello senza esclusione di colpi, che alla fine vede Bada primo sul traguardo, seguito ovviamente da Bertè.

Rimangono solo i Kartcross, dei quali ci si poteva aspettare un numero più alto, ma comunque in grado di offrire un Firenze diabolico di nome e di fatto: guida mozzafiato, nonostante abbia portato in gara il vecchio camotos che ha dato il là alla lunga serie di vittorie del Diablo.
Alle sue spalle è stata una lotta perpetua tra gli Xtreme di Leuratti e Fontana, in lotta durante tutte le manche, ma per Fontana non c’è mai stata la vera occasione per poter sopravanzare in seconda posizione.
Gara buona anche per Marangon e Graziana, mentre per Pigato, Robba, Pizzi e Micono sono state fatali alcune rotture.

VENGHINO PILOTI VENGHINO, IL FORUM è APERTO A TUTTI

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manuel
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