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TERRA MANIA

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2015 22:09
20/02/2015 21:15
 
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Ciao a tutti, visto che il periodo è un po' morto, volevo chiedere a tutti i malati ,come me, di gare motoristiche su terra se esisteva una cura o un antidoto per guarire da questa "malattia" che a quanto pare sia anche contagiosa ,sapere se le motivazioni per cui una persona adulta ,magari sposata e con dei figli, si diverta a sporcarsi e impolverarsi e faticare nel unico giorno di riposo ,e se non per correre ,per vedere quelli che lo fanno ;le uniche cose che mi vengono in mente sono 2 ,la prima è che forse siamo stupidi ,la seconda è che facciamo tutto questo perché ci piace farlo e il pensiero che come te ci siano tante persone "malate" mi riempie di gioia ,e non la cambierei con nessun altra passione.
Personalmente la mia "malattia" è cominciata a 5 anni quando i miei amici giocavano a pallone ,io invece saltavo lungo i fossi con una bici da cross con la cartolina in mezzo ai raggi ,per imitare il rumore del motore ,e mi trovo adesso a 54 anni a fare la stessa cosa ,con un pezzo di ferro a motore ,mi sa che non guarisco piu' [SM=g6797] [SM=g6797]
21/02/2015 04:07
 
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usti che argomento... ci si potrebbe fare una tesi di laurea in varie facoltà

personalmente. da studioso dell'animo umano, è una faccenda a cui ho dedicato molte ore di pensare.. quindi, anche se potrà apparire tedioso e fuoriluogo, voglio risponderti e condividere come la vedo io (almeno con te che l'hai chiesto).

le motivazioni antropologiche del perchè ci si appassiona a uno sport del genere:
l'essere umano si differenzia dagli animali sostanzialmente per una ragione, e cioè che non è una bestia di istinto, ma una bestia sociale.
Cioè, gli animali conducono un'esistenza basata esclusivamente sul sopravvivere giorno per giorno.. l'essere umano ha smesso di essere mosso dal solo istinto di sopravvivenza da ormai parecchio tempo, e quindi il proprio focus non è più sopravvivere, bensì vivere, ovvero cercare di dare un senso alla vita, indirizzandola sul binario migliore possibile.
quale modo migliore per sentirsi vivi? sconvolgere il corpo e la mente con emozioni fuori dall'ordinario.. tutti lo sanno, ma non tutti hanno la tenacia di mettersi in gioco e andare a cercare queste emozioni; ecco perchè sono di meno quelli che saltano i fossi in bici rispetto a quelli che giocano a calcio (che poi io adoro tutti i tipi di sport sulla faccia della terra, è solo un esempio per riprendere il tuo discorso).
c'è chi va a scalare il K2, chi si lancia dagli aerei, chi nuota con gli squali, e chi si da alla velocità... ecc.. e per la maggior parte della gente sono cose pericolose che portano alla morte, non rendendosi conto che chi le fa non le fa per morire, ma per vivere e sentirsi vivo!
l'essere umano, nonostante animale sociale, non ha però spento del tutto i suoi istinti, che sono di indole predatoria, e quindi è sempre alla ricerca del controllo, della sottomissione, sia essa di un mezzo meccanico, degli elementi della natura, e via dicendo.. del resto il concetto di 'sfida' sta tutto qui, ovvero riuscire a domare qualcosa.. che è anche la matrice di ogni competizione sportiva.

poi, sul perchè sul perchè c'è chi sceglie il free climbing, e chi il kilometro lanciato, dipende da tante cose che accadono e formano ogni individuo (chi diventa fighetto di sicuro non amerà mai il fango).

detto questo, tutto dagli atomi ai pianeti si può misurare in grandezza, peso, massa, e volume.. ma non si potrà mai fare la stessa cosa con l'amore che proviamo per qualcuno o qualcosa.
in questo caso quel qualcosa è l'autocross.. e questa è la vera risposta alla tua domanda sul 'perchè proprio l'autocross?'..

e ti dico una cosa molto seria:
per come la vedo io i veri malati sono quelli che non hanno amori simili nella propria vita, perchè chi come noi ha la fortuna di poter anche solo sognare e farsi emozionare così intensamente da qualcosa, è tutto fuor che malato (verso amori e passioni di ogni tipo, se non fanno male agli altri sono tutte da rispettare).
ovviamente questo discorso parte dal presupposto che coi tempi che corrono ci sono ben altre priorità piuttosto che 'giocare' con le proprie passioni.. rimane un extra, e come tale va considerato.. ma non per questo non ha la sua importanza

dalla tua presentazione nella relativa discussione ho visto che il tuo avvicinamento all'autocross parte da lontano, e ci sei finito più che altro per passino dei motori.
per quel che mi riguarda sono sempre stato appassionato di motor sport, e sin da molto piccolo i miei mi portavano un po' ovunque, tra gokart, fuoristrada, motocross, rally, superbike, monstertruck e chi più ne ha più ne metta... ma con l'autocross è stata proprio amore, che crescendo è cresciuto con me (e intendo da appassionato, non da praticante).
probabilmente essendo io una persona creativa, sono sempre stato attratto dal lato creativo delle vetture autocross (ormai sempre meno, sopratutto ad alti livelli).. così come creativa è la guida, e non ripetitiva come sull'asfalto, anche perchè la pista è di terra.. la pista diventa viva, cambia sempre, respira, muta, non è un supporto costante che fa da palcoscenico inerte della sfida tra i piloti, è anzi parte integrante della sfida.
anche perchè il corpo a corpo, che già di per se è così spettacolare, diventa qualcosa di eroico viste le sparate di terra e fango a cui vengono sottoposti i piloti.
insomma... sono proprio quelle cose difficili da spiegare, e piu ci pensi, piu scriveresti altre motivazioni.

poi è arrivato il giorno in cui Markciccio, la cui stima e amicizia va ben ben ben oltre la comune passione autocrossistica, mi ha fatto il favore di prestarmi il volante del suo prototipo... be.. dopo tanti anni a guardare, provare finalmente l'emozioni della guida sulla terra con un mezzo da competizione è stato qualcosa letteralmente inspiegabile a parole.
da quel momento non solo ho coronato il sogno più bello per un appassionato, ma ho anche capito 2 cose:
- ancora più ammirazione per i piloti, avendo visto da dentro cosa sia veramente l'autocross, potendo anche apprezzare di più da spettatore quel che già prima mi piaceva da matti
- ora so come si sente un drogato, perchè appena sceso dalla vettura volevo fare solo una cosa, e cioè risalire, quella sensazione di volerne sempre di più

spero di non averti annoiato (e pensa che ne avrei ancora di pensieri per chiarire ancora meglio ciò che ho scritto qua sopra...)
chiudo rispondendo all'ultimo punto della tua domanda aperta, e cioè il fatto che la presenza di altre persone malate sia uno stimolo per la passione:
torno a quanto detto all'inizio e cioè che l'essere umano è una bestia sociale.. nel senso che il massimo piacere intellettivo per un essere umano non è provare piacere, ma constatare il piacere nelle altre persone, condividere, sentirsi parte di una comunità.
basta pensare a un tramonto da favola.. vissuto da solo è bello, ma in compagnia di qualcuno in cui specchiarsi è indimenticabile.

____________

manuel
21/02/2015 08:40
 
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CAVOLI!! ,caro MANUEL non pensavo che tra noi "spostatori di zolle" si celassero persone con pensieri cosi profondi , la mia motivazione è stata piu' semplice ,più istintiva ,a 5 anni le vere motivazioni perché giravo in bici anziché giocare a calcio non le conoscevo , ma le ho capite strada facendo ,è stato per me un modo di distinguermi dalla massa ,fare un qual cosa che non facessero tutti ,non essere un pecorone che con la paura di non essere accettato dalla comunità ,questo mio stile di vita mi ha portato a scontrarmi molte volte con la realtà ,che se presa nel modo sbagliato può essere micidiale , ma ho sempre vissuto fregandomene dei giudizi della gente ,quella gente pronta a criticarti ,ma al tempo stesso invidiosa di quello che facevo e come lo facevo .
Ho avuto la fortuna di crescere vicino ad una persona incredibile ,scomparsa quest' anno a 104 anni dove ha vissuto sempre contro corrente, fregandosene dei giudizi ,ma comunque conducendo sempre una vita umile e ti posso garantire che per fare solo la metà di quello che ha fatto mio zio non basterebbero 10 vite di un uomo ; Mi ha insegnato l'umiltà la determinazione e la perseveranza ,mi diceva sempre :se sei veramente convinto di una cosa falla !! [SM=g10635]
21/02/2015 21:23
 
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Intervengo anche io.
La mia passione per l'autocross prende origini dalla passione per la tecnica e la guida. Mi sono avvicinato all'autocross nel l995 quando il mio amico Matteo mi convinse a prendere in società una vecchia A112 con cui, tra un problema incomprensibile e l'altro, provammo l'emozione della pista:

http://www.autocrossitalia.it/puzziscelli1.html

Il senso di libertà di guidare senza limiti su un terreno così "vivo" (come dice Bollo) non ha eguali.

Detto questo, però, nel 2001 ci fu una evoluzione incredibile di questa passione, quando pubblicai la prima pagina del sito "autocrossitalia" che era più o meno così:

http://www.autocrossitalia.it/home2.htm

con l'idea di creare una vetrina utile a tutti gli appassionati per trovarsi, condividendo tutto ciò che esisteva a proposito di autocross, senza differenze tra campionati e federazioni.
da allora sono passati tanti anni. Non mi pento di niente, perchè il sito e i prototipi che ho costruito e guidato (ma mai in gara, mea culpa) hanno arricchito la mia vita come nessun altra attività, lavoro o sport poteva arricchirmi. E ho conosciuto moltissimi amici che ancora ora rendono la mia vita oggettivamente straordinaria.
Per questo non posso fare altro che ringraziare l'autocross e tutti voi di avermi reso un uomo sostanzialmente completo e felice grazie alla mia più grande passione.

22/02/2015 09:48
 
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Ragazzi mi sa che senza volere ho spinto il tasto giusto ,è quello che volevo leggere ,una tenera e ingenua spiegazione di come la nostra "malattia" è cominciata ,ragazzi se foste qui vi abbraccerei ,riuscire cosi da vicino a condividere una cosa che nel bene o nel male fa parte della nostra vita è molto bello; invito TUTTI e ripeto TUTTI a scrivere la vostra motivazione ,sarà un momento intimo da condividere tutti insieme ,sig---sig --- sono quasi commosso [SM=g7532]
22/02/2015 13:48
 
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A Però!
“NA BORBA GRANDA”…….!
Un salto di qualità e che qualità. Siam passati da argomenti più o meno tecnici-sportivi a volte quasi brutali ad un trattato di psicologia e vita nel quale Bollo a riassunto ,come credo pochi avrebbero saputo fare ,le motivazioni della passione, l’amore e a volte il sacrificio per lo sport. E giusto quando pensavo di aver individuato nei campi gara quello\i che Bollo descrive come: “l’essere umano è una bestia sociale ”spesso sporco ,unto a volte sudato con una dialettica spartana condita da imprecazioni/bestemmie per le quali Marco Paolini(attore derammaturgo ecc)sostiene servano più che altro per “far scorrere il discorso” divergendo dalla mia opinione, leggo quanto riportato negli altri post. Mi vien da pensare a Bollo quasi come ad un nuovo piccolo-Grande De Couberten attore promotore in questo sport di continue iniziative utili a mantenerlo sempre vivo .
Se dovessi aggiungere qualcosa direi che dietro a sto modo di concepire lo sport cioè sfida ,avventura ,istinto,ricerca del controllo ecc si cela e si spiega anche il perché ci sono spettatori ed estimatori pronti a pagare un biglietto o sostenere un pilota /team impegnato in competizione. Ed ancora sono queste particolarità a tener in vita anche e soprattutto sport particolari come l’autocross quindi la mancanza di creatività(prerogativa quasi Italiana)di libertà nella realizzazione di auto prototipi (vedi i vari campionati monomarca in pista anche promossi da grosse case auto con risultati semplicemente banali )potrebbero diventare un grosso problema per il futuro perché viene a mancare la sfida quella che c’è oltre i forse banali 8 giri in pista .
Però na cosa è certa :anche seduti a bordo pista (quello posso fare ora)con na birra un panino ed un pizzico di nostalgia l’autocross resta sempre una gran Figata alla faccia dei Rally, della F1 e di tutti coloro che con massimo rispetto, seguono quel c…o di calcio!
[SM=g10631]
22/02/2015 19:54
 
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Mi associo a Pellacani, già da bambino x me esisteva solo la bici x andare dietro casa dove c'erano solo prati e boschi e imitando mio papà che ai tempi faceva motocross mi passavo le giornate a cercare di cadere il meno possibile, tra l'altro con scarsi risultati, e quando mio papà ha lasciato la moto nell lontano1985 x passare a un obrobrio di 850 coupé abbandonato presto x una x19, bhe' li x me e' stato puro amore, e tutt' oggi nonostante x natura io sia attirato da più cose l' autocross e' ancora in testa a tutto e ad esempio alle gare di maggiora che x noi e' la pista di casa credo di non essere mai e poi mai mancato una sola volta fin che nel 2009 sono riuscito a partecipare finalmente da pilota, e li la cosa si e' fatta ancor più grave. Non guariremo mai.
24/02/2015 22:09
 
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La mia passione nasce con l'inizio dei ricordi. Correva più o meno l'anno 86 e la pista di Vittorio Veneto diventò presto il teatro di tutti i miei giochi più belli, nonché terra di combattimento dei miei miti dello sport.
Italiani e stranieri conoscevo tutti i nomi a menadito ed il gioco più bello era la sfida con il gruppetto di amici a chi ricordava meglio sfide e protagonisti. È stato amore puro, passione vera, non c'era qualcosa che potesse insidiare la potenza di quelle emozioni. Verso il 96/97 iniziai a seguire un pilota col quale ci siamo levati belle soddisfazioni, ma soprattutto ci siamo divertiti da matti.
Continuato a seguire fino ai primi anni duemila, smisi di seguire le gare a causa del decadimento della disciplina. Da qualche anno ho scoperto il sito Autocrossitalia e ogni tanto seguivo l'Europeo di Maggiora ( prima era a Vittorio Veneto) poi ho ripreso a frequentare qualche amico rientrando nel mondo autocross e conoscendo anche qualche persona davvero "sana e appassionata" come me (o di più?) e a ri-cimentarmi nella costruzione di auto.
Ora mi sto impegnando, per quanto possibile, a dare una mano, sotto diversi aspetti, affinché l'autocross possa splendere come vorrei, sempre senza nessuna presunzione di saper o poter fare chissà cosa.

Forza ragazzi!
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