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Le caratteristiche di cui non si può fare a meno nelle piste autocross

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2014 18:39
11/09/2014 20:07
 
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odddio... su quest'argomento ci potrei scrivere una tesi di laurea, talmente è vasto e

per quel che mi riguarda le opinioni non si estendono a tutte le questioni che tu hai esposto, poichè alcune di queste entrano nella sfera quasi esclusivamente di chi il box lo frequenta durante l'intero week end di gara, e quindi per esempio i piloti

gli aspetti che secondo me sono basilari per fare di una pista una pista completa sono:
(spero gli organizzatori non si incazzino se faccio degli esempi)

prima di tutto la larghezza della carreggiata.
Può essere anche la pista col tracciato più bello e spettacolare di tutti, e con l’organizzazione migliore, ma se non c’è modo per battagliare in pista, allora non serve a niente.. ad esempio il tratto centrale della pista Asal è decisamente più stretto del resto della pista, e quindi praticamente impossibile superare in modo pulito, perché la linea possibile è una sola. Immaginando una gara con 10 proto 4x4 in quel tratto di pista ci sarebbe un trenino

Il tracciato dovrebbe poi essere ben ben ben delimitato.
E cioè avere una bella cordolatura verticale come quella descritta da Pedicini, e cioè più di 15 cm che per un superbuggy sono poco più di un sassolino.. invece nella maggior parte delle piste italiane il tracciato è intuito, con gli orribili coni arancio, paletti, mucchiate di terra o fettucce, covoni di paglia a segnalare l’interno curva.. oppure con il margine dell’erba frastagliato a livello della pista.
questa cosa purtroppo in Italia solo a Maggiora è riscontrabile.. e anche la compianta Agugliano (ultima versione).
All’estero ovviamente abbondano i rail, che però sono ovviamente più costosi della terra.. ma fanno ancora il loro bel lavoro abbondanti muri di pneumatici (non solo all’esterno delle curve, ma anche all’interno).

A tal proposito una cosa apparentemente banale è l’importanza di non tagliare l’erba pochi giorni prima della gara, ma magari una settimana prima, in modo da lasciare all’erba il tempo di tornare verde anziché con quell’aspetto desertico dell’erba appena tagliata.
Altre volte invece c’è il problema opposto, con veri e propri cespugli e jungle a ridosso della pista.
Non è una questione irrilevante, primo perché la pista si delimiterebbe meglio, e poi perché come in tutte le cose del mondo l’occhio vuole assolutamente la sua parte.

Cosa fondamentale sono le torrette dei commissari di gara.
Spessissimo guardo i filmati e mi cago addosso mettendomi nei loro panni.
L’incidente di Chiggiato a Gonars ha dimostrato prima di tutto che la cordolatura ha un’importanza imprescindibile, e poi che nemmeno lo stare in cima ad un panettone da motocross è un posto sicuro se la postazione non è stata posizionata con logica.
Mi viene in mente Torchiarolo, che ha un tracciato e un’organizzazione che adoro, ma i commissari stanno a 2 metri dalla pista senza alcuna protezione.. e come Torchiarolo anche tante altre; ombrellone e sedia.
Gli esempi da imitare sono sicuramente Romano Canavese, con postazione eccellentissime, realizzate con poco sforzo e massimo risultato in termini di sicurezza.

Oltre alle postazioni anche la torretta dei commissari deve garantire prima di tutto protezione ai suoi occupanti.
Il meglio del meglio fuori Maggiora è sicuramente la torre controllo Asal, o quella di Novellara, ma anche la soluzione meno costosa di Romano Canavese.

La partenza poi come tutti sanno è una delle fasi più importanti nell’autocross, quindi un semaforo ideoneo.
Anche in questo caso il meglio è ad Asal e Novellara, o anche nella recente pista di, ma in generale l’importante sarebbe posizionarlo in alto.
Ove lo spazio lo permettesse poi è logico che la partenza esterna è un vantaggio sotto molti punti di vista.

Questo secondo me è ciò che una pista dovrebbe avere per essere completa in ogni suo aspetto, in modo da non lasciare più nessun alibi su eventuali mancanze o carenze che dissuadano i piloti a correrci.
Ovviamente è un ragionamento in linea teorica solo per rispondere al quesito di Terra Nel Sangue, perché è ovvio che tutti queste cose richiedono comunque lavoro e risorse.
Questo per me è l’essenziale.
Una volta che tutte queste cose sono consolidate, allora in caso la pista abbia buoni riscontri di piloti e pubblico può permettersi di crescere passo passo. Curare tutto l’intorno della pista, installare rail di protezione o barriere di pneumatici, muretti.. son tutte cose bellissime, ma secondarie, di uno step successivo.
Così come anche striscioni e cartelloni pubblicitari, che conferiscono un look molto racing alla pista, ma presuppongono che ci siano anche sponsor da pubblicizzare.E per finire, se avanza un po’ di terra, non sarebbe male calcolare che in teoria oltre che un divertimento per i piloti, l’autocross dovrebbe essere anche uno spettacolo per un pubblico e quindi a mio modo di vedere sarebbe vitale riservarvi un posto decente da cui poter godersi una giornata sportiva.
Quindi evitare in tutti i modi di dover stare in piedi attaccati a una rete a livello pista.

io credo che nel 2014 il livello delle piste italiane sia cresciuto enormemente.. esclusa ovviamente Maggiora che è di un altro spazio/tempo rispetto alle altre, secondo me le migliori in Italia, e cioè sia con carreggiata bella ampia, che curve a raggio ampio, sono (in ordine sparso):

Asal
Ponzano
Romano Canavese
Torchiarolo
San Polo d'Enza
Gonars
Codigoro

Se però devo rispondere a Terra Nel Sangue su come sia nei miei sogni una pista d’autocross, il meglio del meglio è qualcosa del genere:


____________

manuel
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